Descrizione
Perché siamo insoddisfatti della politica? Da dove viene il vuoto di fiducia che ha allontanato i cittadini dalle istituzioni? Di quale Europa siamo tanto diffidenti? Nel pieno della peggiore crisi dal Dopoguerra, l’economia italiana rischia di fermarsi. E allora come mai perdiamo tempo a combattere uno scontro ideologico vuoto e posticcio? Secondo Carlo Calenda, negli ultimi decenni gli italiani si sono assuefatti a un modo di guardare alla politica che li affascina e poi li pietrifica, come se subissero lo sguardo di Medusa, incapaci di tagliare la testa alla Gorgone che incarna i loro vizi. È la politica che ha bisogno di nuovi eroi prepotenti e muscolari. E poi c’è l’insofferenza profonda per le aspettative tradite: un sentimento bruto e cieco, capace della ferocia del Minotauro. D’altra parte, l’Italia è il paese della grande bellezza: la classe dirigente e i media sono cinici e nichilisti come Narciso. Oltre alla propria immagine riflessa, tutto il resto è brutto e sporco. E questo atteggiamento ha spinto il paese nel pantano della rassegnazione. La frattura tra lo Stato e i cittadini è la stessa che separa il progresso dalla società: se il progresso avanza troppo velocemente rispetto alla capacità della società di comprenderlo e dirigerlo, i cittadini si sentono spossessati del loro destino. La paura, la chiusura e l’aggressività sono reazioni inevitabili. Per costruire un percorso di cambiamento serve la fiducia. Calenda per la prima volta scrive un libro politico dedicato all’Italia e alle chimere che dobbiamo vincere. Non possiamo più permetterci di ignorarle, perché viviamo in tempi difficili e imprevedibili. L’Occidente è fragile e noi siamo fragilissimi. La cattiva notizia è che i mostri convengono a qualcuno. Quella buona è che si possono combattere. L’Italia è più forte di chi la vuole debole, e i nostri mostri possono essere sconfitti.
Esistono alcuni miti nel nostro paese che impediscono la crescita economica, ci allontanano dall’Europa e, soprattutto, rendono sempre più fragile il legame tra i cittadini e le istituzioni. Questi miti sono i nostri mostri. Negli ultimi decenni gli italiani si sono assuefatti a un modo di guardare alla politica che li affascina e poi li pietrifica, come se subissero lo sguardo di Medusa,incapaci di tagliare la testa alla Gorgone che incarna i loro vizi. È la politica che ha come eroi Berlusconi, Renzi e Salvini. E poi c’è l’insofferenza profonda per le aspettative tradite: un sentimento bruto e cieco, capace della ferocia del Minotauro. D’altraparte, l’Italia è il paese della grande bellezza: la classe dirigente e i media sono cinici e nichilisti come Narciso. Oltre alla propria immagine riflessa, tutto il resto è brutto e sporco. E questo atteggiamento ha spinto il paese nel pantano della rassegnazione. La frattura che allontana le istituzioni dai cittadini è la stessa che separa il progresso dalla società: se il progresso avanza troppo velocemente rispetto alla capacità della società di comprenderlo e dirigerlo, i cittadini si sentono spossessati del loro destino. La paura, la chiusura e l’aggressività sono reazioni inevitabili. Per costruire un percorso di cambiamento la fiducia è la condizione fondamentale. Carlo Calenda per la prima volta scrive un libro politico dedicato all’Italiae alle chimere profonde che ne fanno un paese immobile. Con una nuova crisi economica più volte annunciata, non possiamo più permetterci di ignorarle. La cattiva notizia è che questi mostri convengono a qualcuno. Quella buona è che si possono combattere.
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